domenica 22 gennaio 2012

Soli e sordi



Tutti quanti, me compreso. E le due condizioni sembrano essere strettamente legate da un legame di causa-effetto. La causa è che siamo sordi alle esigenze e ai bisogni di chi ci circonda e l'effetto è un vago retrogusto di solitudine che aleggia nelle nostre esistenze.
Dovremmo essere più attenti al linguaggio del corpo, non tutti abbiamo il coraggio e la spudoratezza di chiedere aiuto a chi ci vuole bene, non tutti hanno la fortuna di riuscire a comunicare i propri disagi, le proprie frustrazioni e paure.
Non sentite questo silenzio quanto rumore che fa?
Guardiamoci intorno, esploriamo gli occhi di chi ci ama, dei nostri amici, dei nostri genitori e dei nostri figli: cerchiamo tra le sfumature dell'iride e le rughe di espressione se c'è la voglia di condividere, la paura di non farcela, un velato sentimento di inadeguadezza, il terrore del fallimento, la smania di essere accettati, il disperato bisogno di una parola amica.
E' contrario a quel sano egoismo che sfoga nel menefreghismo che ci hanno insegnato e che ci spinge continuamente alla ricerca del "nostro bene", ma dovremmo allenare le nostre orecchie e la nostra anima ad ascoltare il rumore di fondo dell'universo.
Anche il big bang, che ha dato origine a stelle e pianeti, ha lasciato un rumoroso eco di eternità che ancora oggi è possibile udire: pensate quanto caos genera la nostra anima viva e sanguinante. Il nostro dolore e la nostra gioia spargono suoni e dissonanze che nessuno riesce a percepire...e colpevoli le nascondiamo spesso dietro una maschera collaudata, in nome della necessaria anestesia della nostra civilissima convivenza.
E se il nostro bene passasse dalla condivisione invece che dal tanto acclamato "sano egoismo"? Si tratta di un investimento a lungo termine per lo più ad alto rischio, ma se riuscissimo a stare con le antenne dritte e pronte a capire le più nascoste sfumature di chi ci circonda...beh, forse non saremmo più sordi. E a lungo andare forse saremmo anche meno soli.
Sono piccole cose noiose...ma se per una volta proviamo ad ascoltare una canzone che non ci piace solo perchè fa emozionare una persona che ami...forse riusciremo a dare un senso diverso a musica e parole.

E dal popolo del web solenne si levò un coro: "Cesare, quanto sei pesante!"

Buon ascolto, eccovi la diciannovesima puntata di "Ricomincio da tre"!!

Ricomincio da tre . diciannovesima puntata

1 commento:

  1. Ciao Cesare ,ho letto con molta attenzione, anzi riletto alcune volte ciò che hai scritto, perchè è un nostro dovere non essere sordi , quello di non essere soli sarebbe un diritto. Ma come sai siamo persone e come tali imperfette:c'è chi nasce col "sano egoismo", nessuno te lo può insegnare, sarebbe come impedire la generosità a chi non conosce il "sano egoismo" ,c'è chi è umile da chiedere aiuto e chi è spudorato nel pretenderlo , c'è chi sa fare introspezione per capire innanzitutto sè stesso , chi aspetta che lo facciano gli altri ... Siamo complicati Cesare , e pensare che siamo dotati del linguaggio che renderebbe molto più semplice la comprensione ,la comunicazione , invece di andare a cercare nell'iride e fra le rughe ... PARLARSI ed ASCOLTARSI io credo sia la soluzione per spingere gli altri a non essere sordi e sentirsi di conseguenza meno soli ... Un abbraccio L. sempre in ascolto
    PS) Nel coro c'ero anche io ,lo confesso ...Coraggioooooo qui c'è da vivere e da godere tutti i doni che ogni giorno ci dà e sono davvero tanti e di fronte ai doni ,se si è sordi e pure ciechi, davvero poi non ci si può lamentare !!!

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