lunedì 26 dicembre 2011

Vita



E così è arrivato anche questo Natale. Com'è andata? avete ricevuto i regali che speravate?avete ritrovato la vostra famiglia comprese le nonne più vecchie?Qua a casa Cesare è stato un Natale speciale, il primo con la piccola Elisa che manco a dirlo è stata la regina indiscussa di tutta la festa. Tanti regali e tutti i parenti vicini e lontani come tanti Magi verso le stelle comete dei suoi occhioni.
Siccome sono un pupazzo scimmia a questa storia del Natale non ci credo proprio fino in fondo...credo che Gesù ci sia stato e che sia stato un uomo straordinario, il primo grande rivoluzionario della storia, l'unico ad aver capito che la sola legge sufficiente a governare il mondo è "ama il prossimo tuo come te stesso".
Oltre a questo ci sono un sacco di ricami e di ghirigori che l'uomo nel corso dei secoli ha aggiunto alla storia del Natale...le messe, i regali, gli alberi,i presepi, i babbi natali...ognuno prenda quello che preferisce, addobbi il proprio salotto come meglio crede e festeggi con le persone che ama e da cui è riamato. Scusatemi ma sono un pupazzo scimmia e non capisco le messe, i presepi, i supermercati pieni di cose che non userai mai, le persone che aspettano Natale per sfoderare un sorriso o peggio ancora quelle che continuano imperterrite nella loro mala-educazione. Mi piacerebbe festeggiare semplicemente la vita, il meraviglioso dono che la "Follia" ha fatto agli uomini, questa grande girandola di emozioni e passioni che ci stravolge e sconvolge e trova sempre il modo di alimentare il nostro stupore. Come pupazzo non conosco la vergogna, per cui provo solo piacere nel farvi leggere due parole in rima che qualche tempo fa ho scritto per La Vita...

Scivoli tra le dita
Seta preziosa d’oriente

Pugno di terra fertile
In un alito di scirocco d’Africa

Lacrima di pioggia che cade
Sulla statua di Giulietta che piange

Ancheggi sinuosa e conturbante
Dal sorriso provocante ed il profumo inebriante
Se stai seria con la faccia
La bocca ti tradisce e gli angoli stanno su
Mezza luna accesa in un cielo di stelle

Tasti bianchi e tasti neri di un pianoforte
Accordi dissonanti in un ritmo sincopato
Occhi chiusi di un ragazzo e una ragazza
Che si baciano sul motorino al Luna Park.
Vetri appannati da sospiri impazienti
Isole felici in oceani di tormenti

Notti insonni di pensieri
La luce di una sigaretta illumina il tuo ieri
Mentre pensi senza fretta al futuro che ti aspetta

A volte mi sembra di sfiorarti, di afferrarti,
Ma nasce il sole e fuggi via
In un sogno in cui credi di volare

Vita mia non ti capisco
Resto qua senza parlare
Ho tutti i miei interrogativi
Come chi non sa nuotare
E si trova solo in mezzo al mare

Non mi dici che si fa,
dove si va, dove mi porti,
Se farò quattro risate
O ci sarà da essere forti.

Non importa,
forse il senso non esiste,

Non si vince e non si perde
Si resiste.


E nel porvi i miei migliori auguri non poteva mancare la diciassettesima puntata di "Ricomincio da tre"....

Ricomincio da tre - 17th puntata

Molto in ritardo ma Buon Natale dal vostro Cesare!

domenica 18 dicembre 2011

Piccole cose (con la Pi maiuscola)



E' una questione di punti di osservazione. E dipende anche dal metro di paragone.
Tutto ciò che ci circonda può essere enorme o minuscolo e la" dimensione" dei nostri oggetti, delle nostre azioni e dei nostri stati d'animo è funzione di chi guarda, con quale distacco osserva e rispetto a cosa paragona.
Prendete ad esempio i nostri problemi quotidiani. La multa da pagare, il ragazzo o la ragazza che vi lascia, un brutto voto a scuola, la solitudine, la stanchezza, la frustrazione, il mal di stomaco.
Se li guardate da dentro i problemi perchè purtroppo sono i vostri...può darsi che in certe occasioni sembrino insormontabili e ci si può sentire come una formica che deve scalare un marciapiede. A volte capita che il solo pensare a tutto ciò che c'è da affrontare e risolvere ci crei angoscia e disperazione...ma proviamo per un attimo a pensare agli zaini dei nostri problemi sulle spalle di altre persone. Immediatamente ci sentiamo più leggeri, il marciapiede di colpo diventa soltanto uno scalino perchè da formiche siamo tornati ad essere uomini. E quindi quale era la dimensione dei nostri problemi? erano veramente dei giganti o forse erano soltanto dei minuscoli fastidi?
E se pensiamo ai nostri successi o a quelli delle persone che ci circondano funziona esattamente nello stesso modo. La nascita di nostro figlio per ognuno di noi è più importante di tutta la storia dell'Impero Romano, dalla fondazione alla caduta.
Ma nostro figlio agli occhi degli altri, di quelli che non ci conoscono intendo...è soltanto uno fra i tanti, un settemiliardesimo della popolazione umana, una parentesi di vita in un capoverso di umanità.
Viviamo in un pianeta che ci sembra immenso, per volare da una parte all'altra ci impieghiamo molte ore pur viaggiando a velocità prossime a quelle del suono. E poi ci sono tante lingue, tanti connotati diversi. I bianchi i neri i gialli i rossi i pigmei i vatussi gli eschimesi i ricchi i poveri i furbi gli onesti i preti i rabbini gli sciamani gli alberi le foglie il mare il sale il dolce l'amaro il giusto e lo sbagliato.
Ma la verità è che la Terra è un pianeta di dimensioni modeste che fa parte di un piccolo sistema solare situato ai margini di una galassia mediamente anonima alla deriva della periferia di un universo in espansione.
Se ti allontani abbastanza la terra si confonde in un unico puntino luminoso che comprende altre migliaia di pianeti e di stelle. E non sappiamo neanche dove stiamo andando. La terra gira su se stessa e poi intorno al sole il quale gira intorno al centro della galassia cui apparteniamo la quale si allontana indefitamente da un punto in cui si dice ci sia stata una grande esplosione tanti miliardi di anni fa...siamo passeggeri per lo più inconsapevoli di una pallina impazzita che ruota e sfreccia secondo una logica che non capiremo mai.
Quindi, alla luce di tutto questo, cerchiamo di assumere un punto di vista obiettivo sulle nostre esistenze. La verità è che non gliene frega niente a nessuno della fiamma di vita che anima i nostri cuori. La nostra importanza come individui singoli nell'economia di questo universo è praticamente nulla.
Questo se guardiamo le statistiche. Ma c'è un'altra cosa molto importante che non va trascurata, ossia che tutto questo roteante e scintillante universo, così immenso e illimitato nel tempo e nello spazio da farci venire il mal di testa a "noi piccoli e brevi"...è composto da atomi. Gli atomi sono infinitamente piccoli anche rispetto a noi. Diciamo che per un atomo il corpo di un uomo può essere grande come un universo.
E allora credo che stia qui la nostra importanza, noi siamo atomi dell'universo, siamo la qualità non la quantità.
L'unica cosa che possiamo fare per sentirci veramente importanti e unici come esseri viventi è misurare le nostre azioni e i nostri pensieri e le nostre emozioni in termini di qualità, non di quantità.
Qualunque cosa noi riusciremo a fare sarà comunque piccola. Potremo accumulare ricchezze enormi, costruire città, conquistare fama e celebrità. Saranno comunque piccole cose.
Quello che possiamo fare è distinguere le nostre azioni in due categorie: quelle che fanno stare bene te stesso e chi ti circonda e quelle che arrecano danno a qualcuno...secondo la nostra coscienza tra giusto e sbagliato.
E così esistono piccole cose con la P maiuscola o con la p minuscola.
Noi ad esempio abbiamo fatto dei buonissimi biscotti al miele e alla cannella.
Elisa è stata contenta mentre li preparavamo, noi quando facciamo colazione, i nostri vicini quando ne hanno ricevuti un pò come regalo inaspettato.
P maiuscola.

Buona Domenica dal vostro amico Cesare!!

P.S. ecco il link della 16th puntata di "Ricomincio da tre", buon ascolto a tutti

Ricomincio da tre - 16th puntata

giovedì 15 dicembre 2011

Il Medio Evo



Il post di oggi sarà pesante. Polemico e anche qualunquista.
Per cui se vi siete svegliati con il piede giusto, il mondo vi sorride e giustamente non avete voglia di avvelenarvi la giornata, vi consiglio di "cambiare canale".
Come saprete alcuni giorni fa un ragazzo di 20 anni è morto durante l'allestimento del palco di Jovanotti. La struttura è improvvisamente crollata ed un pesante motore gli è caduto sulla testa. Bum. Un attimo.
Ho molta stima di voi che leggete RadioCesare, per cui credo che il vostro primo pensiero sia stato che è brutto morire a vent'anni e anche se forse nessuno di noi conosceva questo ragazzo ci è dispiaciuto davvero a tutti.
Purtroppo anche stavolta c'è chi ha avuto la brillante idea di strumentalizzzare il dolore e la morte per ritagliarsi la sua giornata di notorietà. Si tratta del sito "Pontifex Roma":come potete forse intuire dal titolo non si tratta di un agenzia viaggi o di un elettricista ma come amano definirsi loro stessi si tratta di un "blog cattolico non secolarizzato".
Già sul titolo avrei qualcosa da ridire, in quanto chiarendo già dal primo rigo che si tratta di un blog cattolico stai facendo selezione fin dall'ingresso: qua non c'è spazio per atei, agnostici, musulmani, buddhisti ecc.ecc.
Stai semplicemente issando una bandiera in contrapposizione ad altre, stai "motivando le truppe", stai rivendicando il tuo orgoglio di appartenenza ad una comunità organizzata. In poche parole stai tirando su un muro, stai dividendo invece di unire.
Ma comunque...meglio non perdere il filo del discorso.
I nostri cari amici di Pontifex Roma hanno così commentato la morte del giovane ragazzo: vi lascio leggere le loro parole perchè vale più di qualunque commento:

"Ricorderete che una settimana fa, Fiorello si esibì con il suo penoso "salvalavita Beghelli", alludendo e facendosi apostolo del profilattico, dunque incoraggiando via etere il libertinaggio sessuale, quindi il peccato mortale? Bene, in quella circostanza, Fiorello ebbe come partner proprio Jovanotti, colui il quale avrebbe dovuto esibirsi a Trieste. Dio non manda certamente il male che non vuole. Dio non chiede sofferenze agli umani, ma si ribella e acconsente ...
... acché Satana ci metta alla prova.
Una specie di "catechismo del male", giusto percorso spirituale, che ogni uomo deve affrontare al fine di santificare la propria vita, mediante fortezza e virtù.
Una positiva conseguenza del crollo è stata la sospensione del concerto di questo menestrello del vietato vietare, del tutto è permesso, della vita sregolata e dell'incitamento ad ogni scompostezza esistenziale.
Da questo e solo da questo punto di vista, esiste una giustizia divina che si oppone alla volgarità ed al libertinaggio senza censura, anzi, avallato da nomi noti che, così facendo, si fanno portatori di voce del Maligno.
Su certi avvenimenti della storia e nella storia, occorre meditare e riflettere, senza fingere che non riguardi noi e le nostre condotte scellerate ed offensive.
Chi violenta il genere umano, chi istiga alle perversioni, non piace a Dio, in quanto degno servitore del Suo nemico, dell'angelo perverso e corruttore che è "principe di questo mondo" e che va combattuto, non appoggiato.
Questa è fede, non è invenzione o superstizione, questo è scritto anche nel Catechismo delle scuole elementari.
Speriamo che il concetto lo capisca, piangendo una morte, anche Jovanotti."

E adesso possiamo aprire un dibattito su questo delirio aberrante.
Personalmente ho sempre associato posizioni così marcatamente ottuse e faziose ad un alto tasso di ignoranza, ad una mancanza di educazione sia scolastica che umana. Era lecito aspettarsi diffuse posizioni simili nel medioevo ad esempio, dove l'orizzonte della propria conoscenza terminava sulla punta della vanga che usavi per procurarti da vivere. 
Ma questo caso è diverso, perchè chi ha scritto quelle righe è persona sicuramente istruita, per cui molto probabilmente è cosciente delle fesserie che scrive. Forse vuole solo cavalcare l'onda, surfista dell'odio, portabandiera del nuovo Medio Evo delle coscienze.
Ma perchè confondiamo sempre la Religione con la Chiesa? Perchè confondiamo l'insegnamento di Gesù con i dogmi di un'istituzione umana?
A prescindere dalle nostre convinzioni religiose la figura di Gesù unisce, non divide.I suoi insegnamenti sono condivisibili da tutti e sono riassumibili nella frase "ama il prossimo tuo come te stesso".
Tutte queste leggi ecclesiastiche, tutti questi dogmi, sono figli della mente umana e tutto è partito più o meno dal concilio di Nicea, nel 315 d.c. quando l'impero Romano in dissoluzione ha cercato di cavalcare l'onda del Cristianesimo per frenare la propria caduta, imbrigliando l'isegnamento di Gesù in regole che permettessero l'uso della Religione per scopi politici.
Da allora è nata la Chiesa come la conosciamo noi, capace nei secoli di grandi azioni ma anche di grandi orrori. Basti pensare al Santo Uffizio, alle streghe bruciate, a Galileo Galilei, a Giordano Bruno.
Ci scandaliziamo tanto dei terroristi islamici ma rileggete bene le parole di Pontifex Roma: non ci vedete dentro gli stessi slogan? Non c'è dentro la paura del diverso portata all'estrema violenza verbale? Non c'è razzismo ideologico ed intolleranza di posizioni diverse?
Non facciamoci fregare ragazzi, non crediamo a questi istigatori. E' facile cavalcare l'onda dell'odio, la paura del diverso. Possiamo combattere gli extracomunitari, gli omosessuali, gli islamici, gli atei, e chi più ne ha più ne metta. Poi comincia la guerra.
Oppure possiamo amare. Possiamo leggere, possiamo informarci, possiamo farci la nostra opinione critica indipendente, tollerando tutti e tutto nei limiti del ripetto della libertà di ciascuno.
Siamo liberi di indignarci per quello che leggiamo ma mai e poi mai vorrei che a siti come "Pontifex Roma" venisse proibito di scrivere. Tutti devono avere la possibilità di esprimere le proprie opinioni, è il nostro spirito critico che deve essere così forte da formare le nostre idee cibandosi solo dei contributi migliori.
Per il resto la frase migliore l'ha detta Sant'Agostino...

"Ama e fa ciò che vuoi"

Ma che mi ascoltate a fare...io sono solo un pupazzo scimmia...
Ascoltate Don Gallo e Savonarola...





sabato 10 dicembre 2011

In meno di tre ore



Stamani mi sono svegliato con una smaniosa voglia di andare a correre...antica passione, non mi sono mai accorto di quanto in realtà ne avessi bisogno per riflettere, per rilassarmi, per sentirmi parte del mondo.
Mi è rimasto un sogno nel cassetto podisticamente parlando e prima o poi lo realizzerò: vorrei correre una maratona, la distanza più eroica, l'unica con una storia millenaria alle spalle, l'unica che non ho mai corso.
Non so, forse per timore o forse per caso o forse semplicemente perchè quarantaduechilometriecentonovantaquattrometri sono veramente tanti da fare a piedi.
Tant'è...in ogni caso sono giunto alla conclusione che una maratona va corsa e va finita perchè è una delle metafore della vita più grandi ed efficaci che esistano...si può vivere nell'illusione che alla fine dell'eroico sforzo tutto diventi chiaro e semplice da capire, come se fossimo catapultati oltre la normale soglia di comprensione.
Prima di tutto la preparazione: per correre tutti quei chilometri ne devi correre migliaia nei mesi precedenti.
Con dedizione.
E con sacrificio, sacrificando tempo libero energie e scarpe da ginnastica.
Non è un messaggio meraviglioso? Non ci si improvvisa maratoneti, così come non ci si improvvisa uomini. Ossia: il talento non basta. Ci vuole allenamento, impegno e passione, come sempre, in tutte le cose.
Poi il carattere, perchè nel corso dei qurantadue chilometri ci saranno tanti momenti di crisi ma dovrai avere stampato in mente il tuo fine, il tuo nobile obiettivo, per cui l'unico messaggio ad attraversare i tuoi neuroni sarà "non mollare mai" in un sano adrenalinico agonistico accanimento contro  il limite della tua volontà.
Avete idea di quante cose possono andare storte in una maratona? una vescica, il dolore alla milza, un calo di zuccheri, la maglietta bagnata che sfregando sui capezzoli li fa sanguinare, il dolore alla spalla, i terribili crampi, lo scoraggiamento psicologico, l'acuirsi di una tendinite, un'articolazione che fa le bizze...se ti dovessi fermare ogni volta che qualcosa non va...beh...non la finiresti mai la maratona. Quindi l'imprevisto fa parte del gioco, fa parte della vita. Così come il dolore, il sacrificio, resistere, andare avanti, lo scoraggiamento ed il superamento delle difficoltà. O il sorriso che ti viene sulla faccia stanca  quando non senti più il dolore alla milza, e i crampi sono passati, e mancano solo pochi chilometri e niente e nessuno adesso può più separarti da quel benedetto traguardo, da quella doccia calda riparatrice, da quel pianto liberatore se vuoi, dall'abbraccio di chi ti aspetta.
La maratona come la vita: corri da solo, magari puoi trovare qualcuno che può farti compagnia per parte della corsa, puoi creare un gruppetto così ci si può fare coraggio. Per aspettarsi semmai, per avere una scia, per mettere la faccia al vento a turno, per condividere lo sforzo e la gioia dell'arrivo.
Perchè alla fine tutta questa corsa è una sfida certo...ma è una sfida soltanto con te stesso e dipende dagli obiettivi che ti poni prima di partire. Se parti per vincere è molto probabile che alla fine sarai deluso.
Se parti solo per arrivare in fondo, anche ultimo non importa...può darsi che tu non lasci un ricordo e non troverai soddisfazione all'arrivo, perchè diciamocelo...ad arrivare in fondo son capaci tutti.
Personalmente credo che ci voglia un obiettivo ambizioso ma alla portata di un corridore che si trasformi in atleta...o di un essere umano che si trasformi in uomo.
Tutto quanto. In meno di tre ore.

Buon week end dal voatro caro amico Cesare!!

P.S.: come colonna sonora del vostro allenamento, che sia maratona o che sia vita, provate la 15th puntata di "Ricomincio da tre". Non potevamo mancare...

Ricomincio da tre - 15th puntata


domenica 4 dicembre 2011

Undici di picche (o l'elogio del diverso)



Scusate per la prolungata lontananza...c'è stato molto da fare, il lavoro, gli impegni quotidiani, insomma un sacco di incombenze a cui al giorno d'oggi neanche un pupazzo scimmia può sottrarsi.
Per scusarmi intanto ecco la quattordicesima puntata di "Ricomincio da tre":

Ricomincio da tre - 14th puntata

Questa è una puntata particolare, c'è molto Tango, molto Sud America...c'è lentezza e nostalgia ed è dedicata a tutti quelli fra di voi che si sentono degli "undici di picche", delle carte spaiate e senza mazzo insomma.
E' per tutti noi che quando eravamo piccoli non ci piacevano i boy-scout e i chierichetti, che anche quando la maestra ci mandava in fila per due ci dava già un pò fastidio.
Per noi che ci piace il diverso in generale, ma quando due diversi si mettono insieme e fondano un gruppo...o un club...ci piace già un pò meno.
Per noi che facciamo fatica a riconoscerci nelle bandiere nelle maglie e nelle divise, ma che facciamo sempre il tifo per la squadra che perde.
Per noi che le regole non le mandiamo proprio giù, che i cartelli stradali chi li decide? Che i dogmi devono essere spiegati e cerchiamo sempre l'eccezione che invalida l'omologazione.
Per noi che non abbiamo il cardigan alla moda perchè siamo affezionati alle magliette dei concerti e per questo siamo sempre fuori dal giro.
Per noi che siamo ostinati e disordinati, a volte tignosi polemici e scontrosi...ma abbiamo sempre un retrogusto di sorriso acceso perchè preferiamo un sogno a un premio e ci cibiamo dei nostri pensieri sconclusionati e farneticanti.
Per noi vecchi testardi duri di testa e teneri di cuore, che ci tremano le mani perchè non ce la facciamo proprio a tenere dentro tutto quello che ci scoppia dentro. Noi piccole esplosioni atomiche di emozioni e di passione condannati ad essere limitati nel nostro piccolo corpo, implosi di anima e carne.
Per noi che la sufficenza e l'ignoranza ci fanno male, perchè la vita è una e non è neanche facile e bisogna studiare e bisogna capire. Perchè essere all'altezza non è facile ma la bassezza è comoda comoda.
Per noi che ci piace cadere e rialzarci, e cadere e cadere ancora. Che ormai c'abbiamo le ginocchia sbucciate a forza di cadere.
Per noi che gli occhi possono essere tristi o felici, ma spenti non ce li vedrete mai. A noi che non ci convincerete mai, non ci cambierete mai, non ci piegherete mai.
Per noi che critichiamo sempre tutto perchè siamo anche un pò arroganti e spocchiosi...perchè "bene come noi le cose non le fa nessuno".
Per noi che però spesso sbagliamo ed era meglio se le cose le lasciavamo fare a chi le sa fare meglio di noi.
Per noi che non ci lamentiamo mai che "fuori piove", anzi non ci lamentiamo proprio mai...che però avremmo bisogno anche noi ogni tanto di una carezza perchè noi, come voi, come gli altri...come tutti...siamo fragili.
E abbiamo paura del buio, e abbiamo paura di essere soli anche se la solitudine ci piace e ci affascina.
Noi siamo diversi, ma siamo come voi.

Buon ascolto dal vostro caro amico Cesare!