sabato 6 ottobre 2012

Avanti così



Sto coltivando l'odio nel mio giardino.
Non è stata una mia scelta, è apparso così, un giorno, sotto forma di erbaccia: le mie uniche colpe sono state l'incuria e la sufficienza.
Avrei dovuto prestare maggiore attenzione, i segnali c'erano tutti ed un buon giardiniere dovrebbe sapere come fare. C'era uno strato spesso di incomprensione e quando era tempo di rivangarlo e rimescolarlo a terra fresca nessuno lo ha fatto. Complice è stata una continua pioggia di stanchezza, ma queste sono solo scuse, prima o poi a tutti capita che piova forte la stanchezza.
C'è stata piuttosto una stagione di carestia di carezze e parole, un periodo abbastanza prolungato di silenzio doloroso in cui le parole faticavano a uscire strozzate dal risentimento e da un pizzico di frustrazione.
E' stato allora se non ricordo male che sono comparse le prime foglie di intolleranza, la cugina meno velenosa dell'odio. Si è rinforzata perchè nel frattempo era finita la voglia di spiegare ciò che non dovrebbe essere spiegato ed anche la pazienza nel capire ciò che è al di fuori della tua comprensione.
Tant'è che adesso ho il problema di questa pianta d'odio che sottrae acqua e sale a tutti i fiori e i frutti più belli del mio giardino.
Fortuna che nel frattempo sono nati anche due occhi blu che fanno la guardia: c'è una parte del mio giardino in cui nè l'odio nè nessun altro parassita o erabaccia riusciranno mai ad attecchire perchè subito ingialliscono e muoiono di fronte alla purezza e all'ingenuità.
Ma questa è un'altra storia, questa è una parte del mio giardino dove sono stato così distratto che mi sono dimenticato di crescere. Qui trovo la mia intima ricarica di gioia, grinta e luccicanza, ma nessuno c'è mai entrato e mai ci entrerà perchè non c'è porta e non c'è l'uscita, non c'è chiave e neanche l'orizzonte.
Chiudo gli occhi e sono là, senza tempo senza spazio, solo due occhi blu che mi ricordano che è vero.
Il problema è nel resto del giardino, quello soggetto alle intemperie, dove passano gli adulti con le loro invidie e la loro mancanza di stile.
E buttano cartacce e passano e si fermano poi ripartono, ma pochi si preoccupano per te, pochi si sporcano di terra per capire come sei, per capire la linfa che scorre sotto la corteccia scura.
Esigono rispetto senza annaffiarlo di amore e comprensione, pretendono che dall'incuria crescano fiori profumati ma non è così che funziona, la natura è perfetta ed è un equilibrio energetico ad alta efficienza: se non passa il sole la pianta muore, se non piove acqua la pianta muore.
Ho lasciato i cancelli aperti perchè tutti potessero gioire con me del verde del mio giardino, mi sono fidato e adesso che siete dentro, se volete rimanerci, dovete sapere che io sono il giardiniere e non posso tollerare che continui a crescere l'odio.
Con questo non voglio dire che sono meglio di voi, tutt'altro. Se solo aveste quardato meglio non lo pensereste nemmeno per un istante, voglio dire soltanto che questo è il mio giardino e ne sono geloso e responsabile.
Certo è colpa mia, ve l'ho già detto. Ho peccato di sufficienza, non avrei dovuto lasciarvi liberi di scorazzare tra alberi e prati senza il minimo controllo e adesso questo giardino lo sentite un pò anche vostro.
Quindi rimanete ma io vi combatterò a colpi di vanga e rastrello.
Avanti così: poi comincia la guerra.





1 commento:

  1. Anche a me è capitato di veder spuntare fra gli amatissimi fiori nel mio giardino la pianta dell'odio ed il primo rimedio che mi venne in mente fu, come dici tu,di armarmi di rastrello e vanga per proteggere ciò che rischiava di venire contaminato da quell'insidiosa pianta che non cresce alla luce del sole come fanno le rose ed i girasoli , ma strisciando subdola e nascosta ...Ma così facendo avrei rischiato di far del male anche a ciò che avevo curato con tanto amore e pensai che allora era meglio aspettare come nella parabola del grano e della zizzania, leggila , può essere d'ispirazione:non si poteva distruggere tutto per estirpare la zizzania che aveva infestato il campo di grano... con fiducia nella bontà del seme ,solo quando il grano è stato maturo coi suoi bei chicchi si è distinto dall'infida e sterile zizzania e con la falce allora sì che è stato facile farne dei fasci e bruciarla senza danneggiare l'intero campo. Sii giardiniere attento , ma abbi fiducia, che l'amore senza calcolo ,indenne da secondi fini, quello che vuole solo il bene , tuo, di chi ami e soprattutto di quei grandi occhi blu, vincerà .Ed il tuo giardino ritroverà pace , profumo ed armonia . Hai fatto tuo il motto "Non si volta chi a stella è fisso", quindi Avanti così nel bene e per il bene. L.

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